NdR – La biografia e una parte delle immagini sono tratte dal sito della Galleria Papini di Ancona, che nel 2017 gli ha dedicato una mostra (link a fondo pagina)

“Da giovanissimo ha frequentato la bottega del padre decoratore; questa esperienza ha contribuito a far nascere in lui una attenzione alle architetture, sempre correlata alla attività artigiana.
Si diplomò all’Istituto per geometri di Ancona, ma non sentendosi compreso nelle sue potenzialità si trasferì, per un certo periodo, a Roma dove frequentò i corsi di scenografia divenendo allievo di Anton Giulio Maiano, della scuola di scenografia della Rai, ed amico di Trilussa e Luigi Bartolini.
L’influenza del patrimonio classico e quello nato tra le due guerre della Città Eterna ha delineato la sua figura indiscussa di interior design e di progettista di architetture riscontrabile anche nella sua opera grafica e pittorica.

Il ritorno ad Ancona è caratterizzato da numerosi interventi sia architettonici come Palazzo Sottili, le ville Sabatini e Moriconi site nell’attuale parco del Conero, sia di interior design come il bar “La tazza d’oro” ed altre committenze che ancora oggi si possono apprezzare.
“Connotano la sua opera il senso della struttura spaziale, e dunque l’architettura, e quello della linea che si compone in accordi agili e precisi da cui poi sgorga la sua particolare pittura.”
Nel corso della sua vita vinse dodici concorsi nazionali ed internazionali di pittura e grafica.
La città di Ancona, dedicandogli una via, ha riconosciuto il valore della sua opera architettonica ed artistica, pur non avendo Leonello Cipolloni mai conseguito il titolo formale di architetto.”

Leonello Cipolloni è stato un personaggio istrionico, un professionista ed un artista che con il suo carattere estroso e ironico era conosciutissimo nella Ancona degli anni ‘60/’70, come autore di numerosi progetti e arredamenti in case private, negozi e locali pubblici, primo tra tutti il bar “alla Tazza d’oro” di fronte al cinema Metropolitan.
Ho conosciuto personalmente Cipolloni, quando nel 1972 ho fatto un tirocinio di qualche mese nel suo studio di via Filzi; lì ho potuto scoprire la sua vena artistica, la sua profonda cultura, la sua ironia e di quella esperienza ho voluto tracciare un piccolo schizzo poetico in vernacolo anconetano, che riporto di seguito.

A Liunèlo Cipuló
di Sauro Marini

Ciò avuto l’ucasió (ero ragazo)
de lavuràce inzieme a Cipuló,
andavo a disegnà drento ntél studio:
negozi, case e vile cul berzò.

M’è bastato de stace pogo tempo
per capì che era ‘n bel’artista.
Ciavéa dó ochi neri, fondi e guzi
che te metéva sugezió e rispeto,
se però ’l guardavi ‘n po’ più meio
vedevi un sguardo aperto, franco e schjéto.

Quanto qualcosa andava al verzo storto
un zopraciglio piegava pe’ l’inzù,
po’ te guardava cuj ochi de fogo
che te faceva venì in mente belzebù,
ma soto soto la boca jé rideva
e te capivi che in fondo lu scherzava.

Quanto jé piava l’estro del pitore
guantava na matita a punta fina,
un fojo bianco e po’ te cuminciava
a disegnà na riga longa longa,
senza stacà la punta mai dal fojo;
te lì per lì nun ce capivi tanto,
ma dopo ‘n po’, guardando qula carta,
vedevi che l’intrecio dela riga
aveva fato nasce na figura:
‘n arciere, na Madona e el bambinelo,
‘n cavalo che galopa, e chissà cosa…

De prugeti n’ha fati propio tanti,
ha fato case, vile, aredamenti;
quanti negozi in Corzo Garibaldi
porta la firma e el zegno de Liunèlo:
el bar La Taza d’Oro, ‘vanti al Metro,
rimasto come quanto è stato fato,
urmai è un munumento a Cipuló.

Ma lì la Taza d’Oro, lì davanti,
nun el vedremo più a fumà la pipa
cun cul capelo nero a falda larga,
cun qula voce forte da tenore,
dà l’azig’aj amici che passegia,
a chiachierà facendo capanèlo
e cun la coda de qul’ochio birbo
in mezo al Corzo butà na sbirciatina
magari per dà n’uchiata ale ragaze
per véde quale pareva più belìna…
Ciao Cipuló, te salutamo Nèlo.

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Grazie alla Galleria Papini di Ancona per il materiale messo a disposizione