A proposito di Settimana rossa, ci è sembrato giusto pubblicare il post che Liuba Casaccia ha inserito su Facebook, dato che unisce ricordi intimi e personali ad eventi che ormai fanno parte della storia della nostra città, in particolare alla Settimana Rossa.
E così, per i tanti che non seguono Facebook, vi regaliamo il breve racconto di Liuba, al quale ci siamo presi la licenza di attribuire un titolo in ricordo dei tre martiri anconetani: “Casaccia, Giambrignoni, Budini”.
All’interno dell’articolo trovate alcune foto, di pessima qualità ma di grande valore storico (Clicca per sulle immagini per ingrandire)
Un sentito grazie a Liuba per queste parole

Il 7 giugno 1914 in Italia si celebrava la festa dello statuto, concesso dal re Carlo Alberto nel 1848, e rimasto in vigore fino al 1946, anno in cui nacque la repubblica italiana.
Le forze antimilitariste, repubblicani, socialisti, sindacalisti ed anarchici, vollero trasformare quella giornata in una di lotta conto l’impresa italiana in Libia e contro le “compagnie di disciplina”, il cui scopo era “rieducare i militari” insurrezionalisti, due tra tutti: Augusto Masetti, accusato di aver sparato ad un suo colonnello mentre questi era intento ad indottrinare i soldati in partenza verso la Libia, e Antonio Moroni, torturato per le sue idee antimilitariste.

Domenica 7 giugno 1914 ad Ancona pioveva, per cui il comizio antimilitarista si tenne a Villa Rossa, che all’ epoca era la sede dei repubblicani. Gli oratori furono: Errico Malatesta, anarchico; Pietro Nenni, repubblicano; Oddo Marinelli, repubblicano; Pelizza per la camera del lavoro.
Al termine del comizio le centinaia di persone presenti iniziarono ad uscire per confluire nella sottostante Piazza Roma. Mentre camminavano, le guardie regie aprirono il fuoco e colpirono a morte tre giovani: Antonio Casaccia di anni 24, Attilio Giambrignoni di anni 22 e Nello Budini di anni 17.
I funerali dei tre giovani si svolsero il 9 giugno alla presenza di una folla, per quei tempi, oceanica; proprio in quei giorni Malatesta dichiarò lo sciopero generale e lo stato d’agitazione si propagò soprattutto nel centro Italia tra le Marche e l’Emilia Romagna: durò una settimana, durante la quale furono aboliti i dazi e vennero dati al popolo beni di prima necessità. Poi la camera del lavoro dichiarò la fine dello sciopero e il tentativo insurrezionalista cessò.

Questa settimana è passata alla storia come La Settimana Rossa.
Perché racconto questa storia?
Perché oggi sono passati esattamente 110 anni da quella carneficina, nota come l’Eccidio di Ancona; perché i tragici fatti sono accaduti nella mia città: Ancona; e poi perché… rileggete i cognomi dei tre giovani uccisi! Eh si, uno di chiamava come me: Antonio Casaccia era il fratello del mio bisnonno; di lui so molto poco, però so, per esempio, che il fratello, per onorarne la memoria diede il suo nome a due dei suoi figli: Antonio e Antonietta (loro si che li ho conosciuti bene).
Tanti anni sono passati, parte della memoria familiare è andata perduta: io non so, per esempio, se lo zio Antonio fosse fidanzato o meno , nel mio immaginario lo era e a quella giovinetta ho anche dato un nome di fantasia.

Chissà, forse un giorno la piccola storia romanzata, senza alcuna pretesa storica, che, nel corso degli ultimi anni, ho costruito intorno alla figura del mio avo tragicamente ucciso, vedrà la luce.
Per ora lascio un commosso saluto a quei tre giovani uccisi dal piombo regio nell’ Eccidio di Ancona: Antonio Casaccia, Attilio Giambrignoni, Nello Budini.
PS – Questo mio scritto è solo un tributo a quei tre giovani, ci sono sicuramente inesattezze e omissioni, ma non sono una storica, per cui rimando alla lettura delle decine di libri, articoli e pubblicazioni universitarie scritti da chi storico lo è veramente. Ricordo solo che terrificanti venti di guerra stavano per alzarsi: da lì a poco sarebbe scoppiata la più crudele e massacrante delle guerre, la Prima Guerra Mondiale, che costò il sacrificio di centinaia di migliaia di giovani vite umane (stimate 9/10 milioni di vittime militari e civili) sacrificate da qualcuno che glielo aveva comandato.
Liuba Casaccia
Immagine 1: foto dei funerali dei tre giovani
Immagine 2: cartolina commemorativa
Immagine 3:
LINK
https://www.anpiravenna.it/la-settimana-rossa/
http://www.bibliotecaliberopensiero.it/index.php?option=com_content&view=article&id=213&Itemid=226